La chiesa di Longarone

La chiesa di Longarone, simbolo della nuova cittadina, costruita sulle macerie della vecchia chiesa parrocchiale, è dedicata alle Vittime del Vajont.
La storia della nuova chiesa prende avvio alcuni anni dopo la tragedia, una volta placata l’urgenza dei mesi immediatamente successivi, quando i longaronesi sentono la necessità di ritrovarsi in un luogo sacro, attorno ad un comune altare.
Le prime proposte, indirizzate all’architetto fiorentino Giovanni Michelucci per la progettazione del nuovo edificio sacro, risalgono già al 1964, ma solo nel novembre 1966 questo incarico viene formalizzato.
Dapprima con schizzi poi sempre più verso un progetto definitivo, prende forma la nuova chiesa di Longarone, che richiama i caratteri essenziali dell’architettura del Michelucci: la coralità dell’azione liturgica, in cui ciascuno vive la sua relazione con Dio e con gli altri; il percorso del popolo in cammino attraverso la storia e attraverso le strutture dinamiche della chiesa; infine la piazza come luogo ideale per incontrarsi e stringere nuove relazioni. A questi elementi si aggiungono la forma ellittica e il doppio anfiteatro, in cui quello superiore costituisce l’appendice del percorso della via Crucis, vissuta in prima persona dai longaronesi superstiti.
La presentazione del progetto alla comunità longaronese, verso la fine dell’anno 1966, non riscuote inizialmente grande successo. Solo a seguito di molte ostilità si arriva all’approvazione del progetto dell’arch. Michelucci e alla benedizione della prima pietra il 9 ottobre 1975. I lavori prendono subito avvio, ma per arrivare al compimento dell’opera ci vogliono alcuni anni: la consacrazione avviene infatti il 9 ottobre 1983.
La chiesa vuole rappresentare l’anti-diga, il calvario del paese distrutto e ricostruito. La Via Crucis si snoda dallo spazio sottostante l’edificio, dedicato ai ruderi della vecchia chiesa e detto Museo delle Pietre Vive, per passare attraverso l’anfiteatro sacro e terminare poi sotto la croce, simbolo di resurrezione e ingresso all’anfiteatro profano, pensato dall’arch. Michelucci come la piazza sociale del paese.
Risalendo dal Museo delle Pietre Vive si notano le lastre metalliche che riportano i nomi delle 1910 Vittime della tragedia, raggruppate per nuclei famigliari.
All’interno dell’aula sacra, veglia sui presenti la statua della Madonna, recuperata dall’onda a decine di chilometri da Longarone e ricollocata nella nuova chiesa.
La Chiesa si trova nel centro di Longarone, affacciata su piazza Jacopo Tasso.

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